La serie TV più esilarante dedicata ai Transgender
Man bassa dello straordinario successo di critica e pubblico ottenuto con la prima stagione, gratificata con diversi premi come un Emmy e due Golden Globe (uno come miglior serie televisiva e l’altro al miglior attore protagonista), torna l’attesissimo seguito di “Transparent” con ben dieci divertentissimi episodi. La spassosa serie prodotta da Amazon Studios e ideata, scritta e diretta da Jill Soloway, racconta le disavventure di Morton Pfefferman, ex insegnante di scienze politiche in pensione che rivela ai tre figli e all’ex moglie di essere transgender. La rivelazione ovviamente porta ad un cambiamento, l’uomo confessa alla sua famiglia di essersi sempre sentito una donna e di non essere più disposto a vivere una vita che non gli appartiene, motivo per il quale comincia a truccarsi, cessa di indossare abiti maschili per vestirsi con abiti femminili in pubblico e, ultimo ma non ultimo, cambia nome in Maura. Inutile dirvi che la notizia crea scompiglio, principalmente alla prole. Non tutti i figli reagiscono in ugual modo ed è particolarmente interessante l’evoluzione dei rapporti tra i personaggi. La forza della serie è quella di non trattare allo sfinimento la transazione del protagonista, bensì di mutarla nella ciliegina sulla torta attraverso una serie di chicche che vanno ad incastrarsi con le dinamiche della vita degli altri personaggi. Incauti, spudoratamente sinceri, spesso goffi e sempre sul filo del rasoio, i Pfefferman sono la famiglia comune che non ha nulla a che fare con quella falsa e stereotipata delle pubblicità perché l’intera vicenda è ispirata alla vita del padre dell’autrice. Un prodotto che ha tutta la forza dell’autentica autobiografia, ambientata e realizzata in un periodo storico attuale. Sarà forse questo il segreto di tanto successo? Inoltre la creatrice ci tiene a far sapere che per la realizzazione del progetto sono stati assunti una ventina di lavoratori transgender e per le riprese ne sono stati utilizzati più di 60 tra comparse, piccole particine e ruoli di rilievo. Altra particolarità: il titolo della serie è un gioco di parole tra l’aggettivo transparent (trasparente) e le parole trans e parent (genitore).