Queste righe non sono solo dedicate a chi indossa i vestiti nell’armadio della sorella quando non c’è nessuno in casa, a chi ha smesso di provare le scarpe con il tacco della mamma perché ne ha acquistato uno tutto suo, a chi al di fuori ha smesso di aver paura – dei pregiudizi della gente e della famiglia- tuttavia interiormente continua ad averne, ma soprattutto a chi quando soffia le candeline esprime da qualche anno il medesimo desiderio sperando che una notte una fata compirà il miracolo, ma che presto prenderà consapevolezza che la maghetta in questione non porta le ali e nella mano non agita una bacchetta magica, ma indossa un camice bianco e impugna un bisturi. A questa “creatura” che attende che un maschietto gli chieda di ballare anche se indossa i blu jeans al posto di un sontuoso abito da principessa, noi vogliamo dirle: “NON SEI SBAGLIATA!”
Tutto questo ha un nome e si chiama disforia di genere ed è indipendente dall’orientamento sessuale. È bene precisare che gli uomini e le donne transessuali possono avere qualsiasi orientamento sessuale e sentimentale, ad esempio possono essere eterosessuali, omosessuali, bisessuali…
Quando si parla di persone trans il collegamento con il tema della prostituzione è morbosamente parallelo, purtroppo questo è uno dei luoghi comuni più duri a morire. Se da una parte è vero che la società ha sfortunatamente imparato a conoscere i transessuali nelle vesti di escort, dall’altra non si può mettere a tacere una volontà ben diversa. A documentarlo sono i dati divulgati dal Servizio di adeguamento tra identità fisica e identità psichica del San Camillo di Roma, che riportano come dei mille interventi che sono stati eseguiti nella capitale dal ‘92 ad oggi, solo il 16,2% ha a che vedere con la sfera della prostituzione. Il mondo dello spettacolo, ad oggi, è l’unico, o quasi, ambiente lavorativo che ha accolto nel suo gineceo diversi transessuali che prima di fare i conti con la luce della ribalta hanno dovuto lottare con se stesse e con il mondo perché sono nate in un corpo che non riconoscevano come proprio e sebbene il cammino di transazione fosse per loro una tappa obbligatoria, l’appuntamento con il successo è arrivato quasi per caso; se un caso si può definire avere la fermezza di affrontare un percorso scandito da una serie di operazioni dolorosissime e un’esposizione sociale e mediatica in grado di piegare anche i temperamenti più forti. C’è però da dire che non tutti sono nati per presentare programmi televisivi, danzare, sfilare… ma c’è anche chi ambisce, ha studiato e ha acquisito le competenze per svolgere con successo attività diverse, ma a causa di molti preconcetti l’esperienza lavorativa, per loro, si conclude, quando va bene, al primo colloquio. Proprio per questo motivo stiamo lavorando ad un progetto che vuole mettere in luce le storie più comuni e per farlo abbiamo bisogno di voi: se volete raccontarci la vostra vita, le vostre esperienze/difficoltà, noi saremo lieti di ospitare la vostra testimonianza sulle pagine della rivista e sui nostri canali. Nel frattempo ecco le realtà, vera e propria motrice per chi deve ancora affrontare un cammino per arrivare a se stessi, di alcune persone che con il loro successo e le loro intenzioni continuano ad essere una voce di speranza per tutte le persone che si rispecchiano in loro.
Questa nostra panoramica comincia da Eva Robin’s, che sulla sua ambiguità sessuale ha fondato la sua carriera artistica. Eva sceglie questo nome rendendo omaggio al personaggio dei fumetti Eva Kant, compagna del più celebre Diabolik, semplicemente perché le dicevano che le assomigliasse e il cognome in onore dello scrittore Harold Robbins. Attrice, cantante, conduttrice, Eva nel corso della sua carriera ha collezionato una serie d’innegabili successi. L’artista rammenta il suo esordio così: “Roberto Granata mi aveva fatto delle foto e le aveva mandate in giro. Marta Marzotto mi cominciò a invitare alle sue feste, conobbi Paolo Villaggio e tanti altri vip. Ricordo che rimasi stupita dalla quantità di salame che mangiavano i ricchi”. Forse non tutti sanno che Eva è anche una pittrice piuttosto apprezzata e che i suoi quadri sono esposti in diverse gallerie.
È la prima donna che ha fatto un percorso di transizione ad apparire sulla copertina dell’edizione italiana di Playboy. di chi stiamo parlando? Di Vittoria Schisano, che nel 2011 confessa pubblicamente di voler cambiare sesso, perché nell’immagine di uomo non si riconosce. Dopo l’operazione sul suo profilo Facebook ha scritto: “Taglio il passato e quel che resta della mia precedente vita. Saluto me stessa e il Giuseppe che ancora è in me. Adesso posso urlare che è nata Vittoria, lo grido a voce piena non solo per me ma per tutti coloro che non possono farlo. Vittoria è il nome che ho scelto, un nome che porta con sé un significato che dice tutto; mi sento finalmente viva, come un’adolescente che si affaccia alla vita per la prima volta e che guarda tutto con entusiasmo, passione e gioia di vivere”.
Ha partecipato al Grande Fratello sollevando molta curiosità, poi è salita sul palco del Bagaglino, lei è Silvia Burgio, indimenticata concorrente del reality più famoso al mondo. Oggi Silvia è felice, merito soprattutto dell’amore. La bella mora ha, infatti, trovato l’uomo perfetto dichiarando: “Per il mio trascorso incontrare un uomo con la u maiuscola è difficile… non voglio parlare del mio privato, posso solo dirvi che lui mi completa”. Silvia sta studiando recitazione e sogna una carriera in teatro.
Non poteva di certo mancare Vladimir Luxuria, conosciuta da tutti per la sua spiccata e tagliente ironia e intelligenza che le hanno permesso di farsi strada nel mondo dello spettacolo, e non solo, vestendo sempre ruoli diversi. Nella sua carriera è diventata (ed è) paladina dei diritti civili, è stata in Parlamento, ha condotto diversi programmi, scritto libri ed è una delle opinioniste più ricercate. In un’intervista riafferma: “I social sono una grande risorsa, ma c’è chi trasforma la rete in una rete fognaria in cui cercano di sfogare tutte le loro frustrazioni protetti dagli schermi. Io sono forte, ma tanta gente, penso agli adolescenti, non riesce a reggere alla situazione. A tutti quelli che sprecano il loro tempo a parlare male degli altri dico fatevi una vita… uscite, fidanzatevi, fate l’amore che ne avete bisogno”.
Con un padre che fa di nome Toninho Cerezo, celebre calciatore della Roma e della Sampdoria, uscire allo scoperto è per certi versi più complicato, ma Lea T, modella e assistente personale dello stilista Riccardo Tisci, ha trovato il coraggio di uscire dal guscio grazie anche alla profonda amicizia che la lega al noto designer. “Avevo un papà molto famoso che manteneva tutta la famiglia, inconsciamente sapevo che se fosse emersa la verità sarebbe scoppiato un caso e per questo negavo a me stessa la mia identità. Un giorno le mie amiche mi hanno affrontato di petto dicendomi: “Tu sei esattamente come noi, una donna! Non possiamo più chiamarti Leo, devi riflettere su questo”. Da quel momento le cose sono cambiate e con tutta la paura di questo mondo ho affrontato qualcosa che rimandavo da troppo tempo. Sono fiera del mio passato transessuale, ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, e non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. Andare contro il mondo mi ha reso una donna tre volte più forte”.
Altro volto del défilé che di certo non passa inosservato è quello di Andreja Pejic, modella e attrice bosniaca che ha cavalcato le passerelle di moltissime case di moda come Marc Jacobs e Jean-Paul Gaultier, ha posato per servizi internazionali e conquistato le copertine d’innumerevoli magazine. Andreja è stata “scoperta poco prima del suo 17º compleanno mentre lavorava in un McDonald’s e prima dell’intervento, grazie alla sua caratteristica androgina, ha sfilato con disinvoltura sia in abbigliamento maschile, sia in quello femminile. La mannequin rivela: “Ho sempre sognato di essere una ragazza, ero orgoglioso della mia carriera anticonformista di genere, ma il mio più grande sogno era di stare bene nel mio corpo. Dovevo essere sincero con me stesso e la carriera doveva adattarsi a questo. Dopo l’intervento ogni giorno è come una nuova rivelazione, sono più a mio agio che mai, mi sento al 100%”. La modella confessa anche: “Quando avevo 13 anni sono andato in biblioteca e collegandomi ad un motore di ricerca ho digitato “cambio di sesso”, da allora la mia vita è cambiata; internet mi ha dato la sensazione che ci fossero parole per descrivere i miei sentimenti e le mie condizioni. Oggi voglio condividere la mia storia con il mondo perché penso di avere una responsabilità sociale”.
Sempre sulle passerelle ha trovato il successo Valentina Sampaio, diventata la prima transgender ad aver conquistato la copertina della rivista “Vogue Paris”. Valentina ha cominciato la transizione quando era solo una ragazzina e da subito non è passata inosservata suscitando l’interesse da parte di diversi talent scout che le hanno proposto diversi servizi. In molti la definiscono la nuova Gisele Bündchen e oggi continua a sfilare per noti marchi della moda. La modella non si definisce una paladina della causa Lgbt sottolineando: “Non son un simbolo, ma la causa in sé. Quando lotto per me, lotto per tutti noi e per il rispetto e l’uguaglianza di tutti gli esseri umani. A tutte le trans che mi seguono urlo sempre a gran voce di lottare per loro stesse e per quello in cui credono perché sono forti e ne sono capaci”.
Daniela Vega è di origini cilene ed è un’attrice e una cantante lirica di successo. La sua interpretazione in “Una donna perfetta” è stata acclamata dalla critica e nel corso dell’anno ha ottenuto diversi riconoscimenti. Inoltre non dimentichiamoci che la pellicola ha vinto il premio Oscar come miglior film straniero. Daniela viene eletta nel 2018 dal “Time” come una delle 100 persone al mondo più influenti e durante un’intervista racconta: “Devo l’amore per il canto a mia nonna, una donna che ha perso la vista e che mi ha insegnato ad ascoltare la musica, il canto degli uccelli, il suono dell’acqua… in un modo completamente diverso. Come attrice mi piacerebbe interpretare ruoli di donne o di uomini che portano alla luce i temi, molto spesso violati, delle persone con una diversa identità sessuale”.
Negli anni ‘70 Tracey Norman è la prima transgender afro-americana a fare da testimonial per marchi di prodotti di bellezza come Clairol e a conquistare il ruolo da protagonista per diversi servizi fotografici. Nessuno, però, conosceva la sua verità e quando nel 1980 è venuta a galla tutti le hanno voltato le spalle, per questo motivo si è spostata in Europa. Il destino torna a sorriderle nel 2015 quando il “New York Magazine” racconta la sua storia e le arrivano diverse proposte di lavoro. La donna racconta: “L’unico rammarico? Non aver mai avuto abbastanza soldi per completare la transizione”.
Sono tante e diverse le storie di donne, ma anche di uomini, traditi/e dalla nascita dal loro corpo, ma giacché in questo pezzo parliamo di donne (pur non potendole citare tutte), continuiamo con loro e con la promessa che in uno dei prossimi numeri affronteremo anche le storie legate alla transazione maschile. In breve vogliamo parlarvi di: Janet Mock, autrice del bestseller “Redefining Realness” e attivista per i diritti transgender; Laura Jane Grace, cantante della band punk rock Against Me!; Diana International, cantante israeliana; Christine Jorgensen, una delle prime persone al mondo ad essersi sottoposta al cambio di sesso e che prima dell’intervento operò nell’esercito americano durante la Seconda Guerra Mondiale; Laverne Cox, prima transessuale a conquistare la copertina del Time grazie anche alla sua carriera d’attrice; Mina Caputo, leader della band heavy metal Life of Agony; Carmen Carrera, artista diventata famosa con il reality show “RuPaul’s Drag Race”; Valentijn de Hingh. modella molto richiesta dalle riviste fashion e conosciuta grazie al documentarista Hetty Niesch che ha seguito e ripreso il suo processo di cambiamento durato ben nove anni trasformandolo in un documento video trasmesso in diversi stati; April Ashley, prima transessuale inglese ad essere nominata Dama dell’Impero Britannico; Laurel Hubbard, medaglia d’argento ai campionati del mondo di sollevamento pesi; Martine Rothblatt, CEO più ricca degli Stati Uniti nel 2013 grazie alla sua azienda United Therapeutics; Niki M’nray, una delle più rinomate make-up artist a livello internazionale; Juliana Huxtable, DJ diventata una figura di spicco nella comunità lgbt newyorkese.