Un vero segreto di pulcinella quello inerente all’omosessualità di Garko. Le voci in merito, “dentro e fuori la parrocchia”, circolavano da molti anni: per questo motivo la dichiarazione dell’attore non ci ha sorpreso per niente. Da inguaribili romantici, (parla la sedicenne che è dentro di noi) però, non possiamo fare a meno di pensare: “Sai che botta se garko fosse entrato al GF per dichiarare il suo amore a Gabriele Rossi quando quest’ultimo era un concorrente? Questo sì che avrebbe fatto davvero la differenza”. Non fraintendiamo! Tanto di cappello per il gesto compiuto (meglio tardi che mai), ma viene comunque da domandarsi: se Mediaset avesse continuato ad investire sulle serie tv di un certo tipo, quanto sarebbe durato ancora il “segreto”? Comunque, ora chi glielo va a dire a tutte le nonne/mamme omofobe che il loro attore preferito è gay?
C’è di buono che il coming out di Gabriel Garko di certo aiuterà il percorso di molti giovani e di molte famiglie. Quello che ci dispiace, e lo diciamo non perché siamo fan di alcuni tipi di fiction – ma non neghiamo di aver seguito qualche puntata per semplice quiete famigliare, è che molto probabilmente (speriamo candidamente di sbagliarci) non vedremo più l’attore nelle vesti del mafioso (Onore e rispetto), del sacerdote (Io ti assolvo), dello sciupafemmine bello e dannato (in pratica in quasi tutte le fiction targate Mediaset)… poiché il sistema e i meccanismi televisivi in Italia sono ancora legati ad alcuni preconcetti e cliché.
Stranamente, però, quando è un attore etero ad interpretare un ruolo gay siamo tutti pronti a battere le mani, ma quando è un attore omosessuale (dichiarato) a dover interpretare il ruolo di un uomo etero allora le cose si complicano. Che brutta bestia è il finto perbenismo. È vero, in America oggi, nel 2020, sono diversi gli attori e le attrici che, nonostante il loro coming out, continuano a interpretare con successo e credibilità ruoli eterosessuali, ma non dimentichiamoci che nel 2004 l’attore Rupert Everett aveva più e più volte accusato il sistema cinema hollywoodiano di avergli chiuso ripetutamente le porte in faccia dopo aver dichiarato di essere gay.
Tra le tante affermazioni dell’attore ne citiamo una su tutte: “Sarei stato perfetto per interpretare il ruolo di 007”, aveva detto l’attore inglese in un’intervista al Daily Mirror nella quale parlava di tutte le occasioni che il cinema gli aveva negato da quando aveva dichiarato di preferire gli uomini alle donne. “Ero la prima scelta per About a boy, ma poi il ruolo è andato a Hugh Grant. I produttori preferiscono morire che affidarmi certi ruoli”. Parole pesanti che il corso degli anni ha solo confermato. Da allora in America sono dovuti passare ben 16 anni prima che il cinema si scrollasse di dosso l’etichetta omofoba, quanto tempo dovrà passare in Italia? Con il suo annuncio molto probabilmente Gabriel Garko attore di certe fiction potrebbe essere dato “morto” dalla stra-maggioranza delle produzioni, ma Dario Oliviero è finalmente uscito dal suo guscio.
Buona vita Dario, quella vera!
Salvatore Paglia