Nel 2020 la città meneghina ospiterà l’International Gay & Lesbian Travel Association; ecco perché ci auguriamo che sia un’opportunità in grado di cambiare, di rivoluzionare e di aprire nuovi scenari per la comunità lgbt+ nostrana e per il mercato turistico italiano.
La comunità lgbt+ italiana è in fervore, poiché a maggio del 2020 lo Stivale d’Europa ospiterà la 37a edizione della convention annuale di IGLTA (International Gay & Lesbian Travel Association). Al motto “Milano Loves You”, la città meneghina si prepara ad accogliere l’universo Lgbt+ con centinaia di tour operator, di giornalisti e d’influencer provenienti dal tutto il mondo. Questa è una vetrina importantissima per l’italia e per Milano, che avrà la possibilità di esprimere le sue enormi e strabilianti potenzialità turistiche; allo stesso modo la città potrà divulgare il suo messaggio d’inclusione e d’integrazione e dimostrare che questi ultimi sono valori in cui crede. A tale scopo la metropoli sta lavorando da molto tempo al progetto dei pari diritti. Diversi sono i successi che nel corso degli anni sono stati raggiunti con grande fatica e che, oggi, sono diventati il fiore all’occhiello della comunità Lgbt+ italiana. ne sono un esempio il quartiere friendly di Porta Venezia, la nascita di oltre 25 associazioni di settore, la creazione del Mix – il Festival del Cinema lgbtq+ che da 33 anni porta in scena i migliori film gay, lesbici, trans e queer – e il registro delle Unioni Civili. Ultimo, ma non ultimo, il Pride, che anno dopo anno raccoglie un numero crescente di fedelissimi (quest’anno sono stati stimati oltre 300 mila partecipanti). Bandiera rainbow in mano, scopriamo le parti interessate in causa e come, incrociando le dita, interagiranno insieme.
La concorrenza sbaragliata e il passaggio di consegna
Particolarmente impegnativo è il confronto legato al passaggio d’eredità, poiché ad allungarci il testimone dell’IGLTA è New York. Inutile dirvi che in campo di diritti lgbt+, e non solo, la Grande Mela è dieci passi più avanti di noi e considerando il boom ottenuto con l’edizione che si è appena conclusa, già sappiamo che per replicare questo successo le varie istituzioni nostrane e la politica devono cooperare insieme senza calpestarsi inutilmente le scarpe. Considerando, poi, che Milano ha avuto la meglio su Parigi, Bruxelles, Londra e una serie di capitali asiatiche, siamo certi che l’ex concorrenza non si limiterà solo a guardare o a battere le mani. Milano e l’Italia hanno molti assi nella manica, ma questa volta devono giocarseli al meglio e dimostrare il loro valore all’interno del compartimento turistico mondiale.
L’identikit del turista lgbt+
Conoscere o perlomeno avere un ritratto generale sulle esigenze e le caratteristiche del viaggiatore lgbt+, potrebbe aiutarci ad aver più chiaro una visuale del turista medio e tracciare le sue peculiarità e le sue esigenze. A tal proposito ci viene incontro una recentissima ricerca effettuata da Sonders&Beach ed Eurisko che ha analizzato il profilo del turista gay stabilendo che quest’uomo o questa donna:
1) Ha un reddito superiore rispetto alla media, quindi – aggiungiamo noi – dovrebbe avere una capacità d’acquisto superiore ed essere meno incline a fare economia qualora gli venisse offerto ciò che cerca o gli fossero presentate delle interessanti proposte.
2) Una formazione scolastica universitaria (39% contro il 13% della media italiana); di conseguenza presupponiamo noi che abbia un modo di relazionarsi attento e sia cosciente e preparato su come vuole spendere i suoi soldi e sul valore delle offerte.
3) Il 29% ricopre posizioni lavorative manageriali; di logica immaginiamo noi che dovrebbe essere abituato ad un certo standard qualitativo e conoscere le variabili.
4) È un opinion leader capace di lanciare nuove tendenze; riteniamo noi, perciò, che sia preparato su un determinato (o più) settore e che con la sua influenza, basata anche sulle sue conoscenze ed esperienze, sia in grado di spostare e di modificare alcune correnti di pensiero.
Tenendo a credito questi dati e considerando che viviamo in un’epoca social dove la condivisione e i post sono veicoli d’informazioni immediate e dirette – capaci di decretare il successo o la sventura di qualsiasi cosa/persona/evento – la situazione non lascia molto margine d’errore.
L’Italia è la meta turistica più desiderata, ma…
La stessa ricerca rammenta che l’Italia nella classifica delle mete più desiderate si colloca alla prima posizione, ma effettivamente si piazza al quinto posto nella graduatoria delle mete effettivamente scelte poiché è considerata poco gay friendly e con meno servizi dedicati rispetto ad altre destinazioni europee. Interrogarsi sul perché di questo dato è semplice: il nostro Paese non ha mai investito sul turismo Lgbt+ e quindi l’estenuante braccio di ferro che ci ha portato ad ospitare il prossimo appuntamento IGLTA è un fondamentale punto di partenza che segnerà l’evolversi o meno di questo mercato. Ecco che con quest’opportunità il capoluogo lombardo deve dimostrare di essere all’altezza delle altre metropoli cosmopolite comprovando il suo animo avanguardista e sociale. La moda, il buon cibo, la storia, l’architettura, i paesaggi mozzafiato… sono sì delle vere teste d’ariete in grado di far breccia nel cuore di molti vacanzieri, ma contro la stupidità del preconcetto e dell’omofobia non possono far nulla. Se da una parte il sud deve ampliare maggiormente i suoi orizzonti e lavorare sull’abbattimento di alcuni preconcetti, dall’altra parte il nord deve dimostrare di poter competere con le altre città internazionali comprovando la sua leadership e la sua crescita. La sfida è ardua, ma non impossibile. L’Italia deve dimostrare di possedere un animo gay frienldy reale ed incisivo, poiché solo in questo modo potrà imporsi sul mercato del turismo arcobaleno. In termini economici questa fetta di mercato vanta, a livello globale, 211 miliardi di dollari e vede almeno 35 milioni di potenziali turisti gay pronti a visitare il Bel Paese (stime in crescita, secondo lo studio LGBT2030, qualora l’Italia dimostrasse la volontà di abbattere ogni forma di pregiudizio). In merito le istituzioni e la politica potrebbero far molto: non dimentichiamoci che è nell’interesse generale appoggiare un comportamento e una mentalità basata sull’integrazione e il rispetto delle diversità, poiché queste peculiarità sono alla base di un Paese in crescita capace, se non altro, di non annegare in un bicchiere d’acqua, e, in egual misura, fanno parte del profilo di uno stato e di una comunità in grado di stimolare, di stimolarsi e di crescere.
La parola a chi ha spinto la candidatura di Milano
Giovanni Bastianelli, direttore esecutivo enit (l’Agenzia nazionale del turismo), ha dichiarato: “Il turismo lgbt+ non riveste importanza solo in termini economici, bensì è contraddistinto da un forte connotato culturale, che costituisce una sfida a fare dell’Italia una meta turistica al di là di ogni barriera rappresentata dalle differenti visioni dell’individuo e della società”.
Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ribadito: “Milano non farà nessun passo indietro sul tema dei diritti civili, semmai saranno solo passi avanti; la società civile sta cambiando proprio in riferimento alle tematiche lgbt+, mi sento di ribadire il nostro impegno e la nostra partecipazione all’affermazione di diritti che sono per noi, senza distinzione, diritti di TUTTI“.
L’assessore al Turismo Roberta Guaineri ha spiegato: “La Convention Iglta è importante per il business ma anche dal punto di vista dei diritti umani e la collaborazione tra istituzioni e privati è fondamentale per promuovere l’accoglienza senza discriminazioni. Lavoriamo affinché Milano sia accogliente ovunque per tutti e sappia anche rispondere a differenti tipologie di cittadino viaggiatore”.
Alessandro Cecchi Paone afferma: “IGTLA è uno strumento per garantire integrazione e convivenza pacifica ma anche uno straordinario volano economico. La categoria lgbt+ viaggia, spende ed è trend-setter”.
Juan Julià, presidente del cda di Iglta, ha dichiarato: “Alcune delle precedenti città ospitanti sono presenti nel mercato Lgbt+ da molto tempo, ma abbiamo voluto anche premiare le destinazioni che hanno fatto progressi negli ultimi anni. Otto città al di fuori degli Stati Uniti hanno presentato l’offerta per ospitare la convention nel 2020 e Milano è arrivata al primo posto Milano è un centro all’avanguardia per la vita lgbt+ in Italia, con colorati eventi di gay pride che attraggono 200mila partecipanti ogni anno e circa 20 associazioni, tra cui una filiale di Aitgl, l’associazione italiana del turismo gay e lesbian. Abbiamo anche assistito ai progressi dell’Italia per quanto riguarda i diritti negli ultimi anni, in particolare l’approvazione nel 2016 di una legge sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso”.
Salvatore Paglia