Botta e risposta con il poliedrico artista nella terra dei pari diritti, dove, in onore alle drag queen più famose della storia, la moneta ufficiale è la Dragma, chi indossa antiestetici pinocchietti rischia di essere arrestato dalla Polizia del Buongusto, esistono corsie preferenziali per portatrici di tacchi a spillo e i locali che trasmettono musica anni Ottanta possono godere di esenzioni fiscali
Che cosa succederebbe se un giorno la Grecia, ridotta in ginocchio dal default economico, venisse progressivamente acquistata e occupata dalla comunità omosessuale globale? La risposta ce la dà Fabio Canino in questo romanzo: quella che un tempo fu la culla della civiltà occidentale diventerebbe una terra promessa per gay, lesbiche e trans di tutto il mondo, uno Stato a loro immagine e somiglianza, con istituzioni e leggi in linea coi loro gusti e le loro manie, una repubblica gay. In questa Grecia arcobaleno, per esempio, la moneta ufficiale è la Dragma, in onore alle drag queen più famose della storia, chi indossa antiestetici pinocchietti rischia di essere arrestato dalla Polizia del Buongusto, l'ospedale per bambini è il Candy Candy International Hospital, esistono corsie preferenziali per portatrici di tacchi a spillo, e i locali che trasmettono musica anni Ottanta possono godere di esenzioni fiscali. Ma in primo luogo tutti hanno gli stessi diritti e quella che gli analisti hanno soprannominato Pink Economy ha portato la Grecia a essere una delle maggiori potenze al mondo. A testimoniare tutto questo Ulisse Amedei, giornalista italiano che, accompagnato dalla giovane e avvenente Khloe, avrà il compito di raccontare alla retrograda Italia – quella che ormai è chiamata Repubblica Italo-Vaticana – ogni singolo aspetto di questa Grecia all'avanguardia. Una satira pungente e divertente del mondo omosessuale, ma soprattutto un inno all'amore e ai suoi tanti e diversi colori, che, in queste pagine dense di personaggi e di situazioni spesso al limite dell'assurdo, trovano tutti – dal rosa Barbie al rosso Prada – il loro modo di risplendere. Nessuno escluso.
Ciao Fabio, abbiamo letto il tuo libro in un fiato! Complimenti per il modo in cui hai affrontato l'argomento. Abbiamo sempre sostenuto che l'intelligenza, se canalizzata nell'ironia, apre le menti con un sorriso e Rainbow Republic ne è la prova.
Grazie mille per i complimenti e per l'invito!
Rainbow Republic ha tutte le caratteristiche di una “favola gay”, dove anche gli eterosessuali ci possono sguazzare… insomma una terra senza confini. Lo è ?
Come in tutte le favole i confini se li deve creare chi legge. Ognuno ha la possibilità di immaginare il suo posto nella Rainbow Republic. Per me la risposta sta nel sottotitolo del libro “romanzo distopico gay”. Meglio vivere tutti insieme, ma con gli stessi diritti per tutti.
Leggendo il tuo libro ci siamo tuffati in una serie di curiosi e divertenti personaggi, situazioni e aneddoti che accarezzano ed esaltano la realtà gblt all'estremo. Che cosa il lettore non deve fraintendere?
Che tutto questo un giorno possa succedere. Lo dico soprattutto per la Grecia, che io amo follemente, e spero possa al più presto risolvere i gravi problemi economici che la affliggono. Anzi, potremmo aiutarla anche noi mandando in Grecia un euro per ogni gay nato. Se è vero che l'omosessualità è sbocciata in Grecia è giusto pagare i diritti d'autore!
Nel racconto esasperi molti clichés; è un modo per abbattere le disuguaglianze?
Sì, credo che per smontare gli stereotipi sia necessario ribaltare il modo in cui vi vedono le cose. Rendere i gay maggioranza e gli etero minoranza dimostra, a chi ancora non capisce, quanta ingiustizia esiste al mondo.
Attraverso il personaggio di Ulisse (un nome non a caso) racconti anche i preconcetti tipici che l'eterosessuale nutre per la comunità gay, ma allo stesso tempo descrivi il protagonista con alcuni schemi caratteristici del “perfetto macho”. È anche riconoscendo e amplificando alcuni stereotipi che si lotta per la battaglia ai diritti o contro le apparenze?
Certo, Ulisse non è omofobo ma, come tutti gli Italiani, ha nel Dna un modo di percepire gli omosessuali in maniera distorta. Fa parte della nostra cultura, purtroppo! Ce lo inculcano fin da bambini. Ho voluto, attraverso il suo viaggio, far provare al protagonista che cosa potrebbe voler dire improvvisamente non avere più certi diritti fino ad oggi considerati scontati. Mettere in discussione le sue certezze crea, anche nel lettore, qualche dubbio, qualche riflessione… o almeno lo spero.
Poi c'è Manuel, il fotografo gay non dichiarato, incarnazione di tutti gli omosessuali “repressi”, e vittima della società della “Repubblica Italo Vaticana”. Che cosa ti senti di dire alle persone che vivono ancora nell'ombra il loro essere?
Io dico sempre di uscire allo scoperto. A parte alcuni casi dove effettivamente è sconsigliabile, per la maggior parte delle storie è sempre meglio vivere la propria vita al 100%, godere di tutto quello che si può fare ed essere ora, subito, senza aspettare chi sa chi, chi sa cosa! Chi non accetta chi fa coming out sono persone che non ci meritano ed in più è anche un modo per fare pulizia intorno a noi.
Parlaci del fenomeno dell'eterosessualizzazione dei logali gay… o forse è il caso di dire che viviamo nella gaysessualizzazione dei locali etero?
Certo anche questo fa parte del ribaltamento della realtà per rendere il libro più divertente. Nella vita di tutti i giorni ogni nuova tendenza, ogni nuova moda, viene lanciata e sperimentata soprattutto dalla comunità lgbt. Questo fa sì che spesso si trovi “molto gay” tutto ciò che è nuovo.
Facciamo chiarezza: la “Pink economy” non centra nulla con la “polizia del buongusto, il ministro delle icone, la Chiesa Greca Arcobaleno, l'isola di lesbo”… Spiega meglio ai nostri lettori quest'interessantissimo aspetto.
La Pink economy è una realtà in tutto il mondo ed è la capacità della comunità lgbt di spendere ingenti capitali con le proprie spese.
Per esempio la sola comunità lgbt americana sposta ogni anno 860 milioni di dollari, ciò si traduce in un forte potere economico e sappiamo tutti che quest'ultimo, a sua volta, si trasforma in potere decisionale e politico.
Rainbow Republic, oltre a far sorridere, lancia degli spunti di profonda riflessione. Prendiamo ad esempio i Rosa: un partito di estremisti gay che non vogliono cittadini etero: parlaci di questa scelta.
I Rosa sono la versione gay dei Leghisti. Credo che anche nella collettività lgbt ci siano razzisti e xenofobi, cosa che sembra impensabile per una comunità che ha sempre sofferto di discriminazioni, ma credo che la stupidità e l'ignoranza non badino alle scelte sessuali e volevo segnalarli. In più credo che spesso i più grandi razzisti nei confronti degli omosessuali siano i gay stessi.
Torniamo alla realtà, quell'italiana, che cosa ne pensi del testo di Legge sulle Unioni Civili, di recente passato al Senato? E sulla questione della madre surrogata?
La legge non è completa, ma è un buon punto di partenza dopo un vuoto legislativo imbarazzante. Adesso siamo soggetto giuridico e quindi esistiamo! Non sono tra quelli che si sentono traditi od offesi. Abbiamo fatto un passo storico. Neanche in Germania e in Francia passarono insieme unioni civili e stepchild adoption, ma in due fasi successive. Adesso dobbiamo ripartire più carichi e pieni d'energia per andare avanti ed ottenere tutto il resto. Non sarà facile, ma ce la faremo. Per quanto riguarda la madre surrogata sono assolutamente convinto che debba essere regolata e tutelata, ma non sono contrario. Sono restio al mercimonio di tale pratica. Per me dovrebbe essere fatta come vero gesto d'amore e quindi gratis e alla portata di tutti, come accade in alcuni Paesi del Nord Europa.
In televisione sei tra i giudici di “Ballando con le stelle”, in radio conduci un programma su Rai Radio2 e il tuo nuovo libro sta riscuotendo molto successo… manca la ciliegina sulla torta?
Un fidanzato?
Toglici una curiosità: come mai nonostante i notevoli valori di share il programma “Cronache Marziane” non andò oltre alla seconda edizione? Forse per quegli anni “era troppo avanti”? Ti piacerebbe rifarlo e che cosa rivoluzioneresti nel format?
Sicuramente era troppo avanti, era condotto da uno dei primi gay dichiarati che in più che non aveva raccomandazioni, aveva dato fastidio a molti e costava troppo! Oggi sarebbe impensabile, sono cambiati i tempi e la televisione, ed in più hanno copiato tutto quello che facevamo e quindi dovremmo inventare qualcosa di totalmente nuovo. Mai dire mai comunque…
Salvatore Paglia