Parvez Sharma: “Io musulmano e omosex, regista segreto del pellegrinaggio”
Munito di tanto coraggio, di fede e di uno smartphone, Parvez Sharma ha realizzato un documentario dal titolo “A sinner in Mecca”(un peccatore alla Mecca) dove pone l'accento sulla complessità della propria religione affiancata alla sua natura omosessuale. Il regista ammette: “La questione non è che l'Islam deve accettare un gay, l'argomento è come un gay musulmano deve accogliere l'Islam. Proprio per questo motivo ho deciso di girare questo video mettendo in pericolo la mia incolumità”. Già, perché nelle terre dell'Islam non solo vige il divieto assoluto di riprendere i pellegrini durante il percorso a La Mecca, ma la condizione omosex è per la legge un crimine punibile con la pena di morte. Da sempre Sharma gira documentari sulla vita di gay e lesbiche di religione musulmana e nel 2007, con il suo lavoro “A jihad for love”, dove mette in luce la vita degli omosessuali islamici in dodici Paesi, è stato ritenuto un infedele ed è a rischio di attentato.
Figuriamoci adesso. Il direttore della pellicola si ritiene un buon musulmano ed è pienamente consapevole che con il suo nuovo filmato ha gettato altra legna sui carboni, ma il suo gesto nasce in preda ad una crisi religiosa dettata proprio dalla sua identità sessuale fortemente denigrata dalle legislazioni islamiche: “Avevo bisogno di prove che la mia fede fosse sufficientemente forte per poter sopravvivere a quest'esperienza – ammette l'uomo -. Mi ero detto che se avessi finito il pellegrinaggio, significava che l'Islam approvava il mio essere musulmano omosessuale. Credevo in un intervento divino, Allah mi avrebbe protetto, e con questa convinzione, seppur molto impaurito, mi sono messo in viaggio”.
Il tragitto a La Mecca è il più sacro evento della religione islamica e ogni anno sono circa 2 milioni i fedeli che attraverso questo cammino rievocano gli antichi viaggi degli antenati passando nei luoghi i più sacri dell'Islam.
Il tracciato funge d'espiazione ai peccati e per questo motivo ha una valenza molto importante.
Il lungometraggio, in una cornice blindatissima a causa delle innumerevoli minacce ricevute, è stato premiato e presentato all'HotDocs e da pochissimo è distribuito in rete.